Non sono semplici visioni filtrate attraverso superficiali copiature, non sono architetture fredde e incolore in sintonia con la moda dell‘apparire, ma sono orti in cui seminare idee, reali realtà, con la certezza che ogni chicco germoglierà arricchendo l‘aridità che ci sovrasta.
È nel valore del dettaglio, del particolare come significante del tutto, che il segno culturale racconta l‘idea del progetto, l‘ontano da virtuali realtà. Un segno che ricerca reali valori in questa civiltà occupata dallo strapotere delle immagini consumistiche, dove l‘essere umano diventa sempre più comparsa di una finta realtà virtuale.
È un progetto che non nega il passato definendolo obsoleto o peggio estinto, ma che lo contiene in ogni segno come background culturale.
L‘avere nel proprio linguaggio citazioni, non significa appartenere come spesso accade a correnti architettoniche e artistiche passivamente, ripetendone l‘esteriorità, quasi diventasse un linguaggio modulare che ipocritamente attribuisce valore al fare che non ci appartiene, ma significa ricercare nuovi linguaggi con radici profonde per crescere culturalmente, con l‘intento di dare costruttive risposte e, non banali registrazioni.
Ogni segno, ogni gesto, ogni immagine sono concepiti con meticolosa precisione, dove l‘analisi del particolare non tralascia mai la visione globale del progetto. Sapienti proporzioni architettoniche concepite per dilatare gli spazi, ricercando un ritmico percorso espositivo ottenuto attraverso fenditure retroilluminate, che spezzano la fisicità dei volumi con l‘intento di ottenere un ambiente fluido, puro, semplice da fruire.
È un‘architettura dentro l‘architettura, dove i volumi progettati sono scultoree presenze.
Progetto/design: Leonardo L. A. Bottarelli